Annabell Häfner (1993, Bonn) vive e lavora a Berlino.
Nella sua pratica artistica, Annabell Häfner esplora il rapporto tra infrastrutture antropiche e natura attraverso la pittura. È particolarmente interessata ai "non-luoghi", un concetto introdotto dall'etnologo Marc Augé. Questi spazi di transito anonimi, come i terminal degli aeroporti o le sale d'attesa, sono elementi centrali del suo lavoro e simboleggiano le zone prive di identità di un mondo globalizzato.
Häfner usa questi luoghi come metafore del mondo moderno, guidato dall'efficienza, che evoca un desiderio di ritiro e contemplazione. Nelle sue opere, la natura è presentata come un luogo archetipico di desiderio, in contrasto con l'ambiente artificiale, dove l'umanità la distrugge e la desidera allo stesso tempo.
Häfner trae ispirazione dalla stampa giapponese, in particolare dalle xilografie Ukiyo-e, che raffigurano un'unità tra uomo e natura, un'idea che incorpora nella sua arte.